L’ ATTRAZIONE IN ITALIA DEGLI SPORTIVI PROFESSIONISTI – 18 FEBBRAIO 2020

Il 18 febbraio 2020 si è tenuto il convegno organizzato da Mediobanca «Il fenomeno dell’attrazione in Italia degli sportivi professionisti: normative di carattere fiscale, civilistico e sportivo».Ospite d’onore perché tra i massimi esperti del settore, l’Avv. On. Cristina Rossello, patrimonialista (fondatrice di R.F.O. Rossello Family Office), esperta consulente per la tutela dei patrimoni sportivi; dal 1997 al 2007 Responsabile dell’ufficio legale e Consulente del Presidente per le alte  strategie  della Lega Calcio; Vice- Commissario nomina CONI della Federazione Italiana Sport Invernali nel 2011. Con una prima disamina dell’interesse che si sta creando nell’ambito del mondo degli sportivi, si rileva che dall’inizio dell’anno con il “Decreto Crescita 2019” l’Italia è diventata un’«oasi fiscale» inserendo un regime ad hoc per gli sportivi professionisti, allenatori e altre categorie cd. “capitale umano” incentivati a trasferire la residenza fiscale, per non meno di due anni nel nostro Paese.

L’Avvocato Rossello afferma che i leggendari patrimoni dei big dello sport rappresentano una tematica complessa e riservata a chi gravita in quel mondo, pertanto la capacità di gestire la “transizione” durante ogni fase della carriera degli sportivi è presupposto di base che connota e distingue la qualità del professionista a cui gli sportivi si affidano. I professionisti che operano in questo ambito devono avere un ruolo di cura del patrimonio dell’atleta, non solo nell’immediato della carriera sportiva, ma devono operare con continuità in tutte le fasi della stessa al fine di evitare l’esaurimento e sperpero di tale patrimonio.

Quando gli esperti si approcciano al patrimonio dell’atleta devono analizzare vari aspetti ordinari tra cui: Status quo, evoluzione normativa, efficientamento, rapido adeguamento, obiettivi, caratteristiche, rendimento e monitoraggio dei rischi.
Normalmente l’imprevisto e la probabilità non sono considerati sotto il profilo patrimoniale, aspetti che invece hanno grande rilievo come il cambiamento di vita degli atleti. Il fattore crisi non viene mai considerato, se la squadra ha un momento di crisi si può riflettere a vario titolo sull’atleta, bisogna quindi calcolare che l’apporto e la massa devono avere diverse destinazioni di tutela per eventuali aspetti di questo tipo.

Si rileva la complessità nel gestire tutti questi aspetti insieme alla profilatura dell’inesperienza, della mancanza di competenza finanziaria, del fatto che l’atleta non ha tolleranza al rischio e che vuole avere subito un rendimento immediato.
La gestione del patrimonio individuale e famigliare è sicuramente importante. La famiglia di origine dello sportivo è normalmente la prima “figura” a cui vengono destinati i primi guadagni e talvolta sono anche i soggetti che gestiscono il patrimonio insieme al procuratore.

L’atleta e le principali figure operanti nell’ambito sportivo generano sempre patrimonio nei loro rapporti con le società (l’attività ha come focus la prestazione sportiva e relativa contrattualistica) gli agenti, gli sponsor, gli organi delle federazioni e delle istituzioni sportive, organi di giustizia sportiva, Authorities che regolano le transazioni finanziarie e gli assetti patrimoniali, monitorando il rispetto della disciplina (ad esempio antiriciclaggio) ed infine i fornitori a vario titolo fuori dal mondo sportivo ma «satellitari» ad esso e alle attività messe in pratica dallo stesso.

Vi sono pertanto diritti e doveri che si intersecano e che producono o che determinano incrementi o decrementi del patrimonio, la soluzione che propongono i professionisti a cui lo sportivo si affida riguarda una gestione patrimoniale rappresentata tendenzialmente da una ruota della fortuna che deve essere sempre fatta e studiata per la persona di cui si occupano.
L’obiettivo è preservare la ricchezza nel tempo, individuare le modalità più efficienti per un’idonea pianificazione patrimoniale nonché per definire una strategia individuale/familiare di lungo periodo, fissando anche un “budget di rischio” finanziario massimo per l’atleta e le sue generazioni a venire, sempre in ottica di efficienza e di massimizzazione della performance, allora occorre un modello organizzativo e di gestione ottimale che non può nascere dall’improvvisazione ma sia sempre tracciabile e incrementabile, a patto che sia contestualizzato da esperienze tecniche e professionali di rara e consolidata eccellenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.